Tutelare il diritto dei cittadini all'uso delle nuove tecnologie nel rapporto con la PA.
E' questo uno dei principi fondamentali sanciti dai diversi provvedimenti che la legislazione italiana sta approvando negli ultimi tempi, con l'obiettivo di innovare la PA in base al nuovo scenario designato dalla digital transformation.
Dalla Legge Madia e l'adozione dell'Agenda digitale, passando per la riforma del CAD (Codice dell'amministrazione digitale), il Foia (Freedom Of Information Act) e i nuovi Regolamenti comunitari, anche in Italia la Pubblica Amministrazione sta accelerando il suo cammino verso la digitalizzazione e la dematerializzazione dell'attività amministrativa per ridurre i costi, ma soprattutto per renderla più efficiente e trasparente.
La priorità del nuovo quadro normativo, infatti, è sfruttare le potenzialità offerte dall'ICT per consentire ai cittadini l'accesso diretto alle informazioni della PA. Strumenti come gli Open data, lo streaming video, la videoverbalizzazione e, in generale, la digitalizzazione di tutti gli atti e i procedimenti amministrativi, saranno sempre più utilizzati dagli enti locali e centrali.
Non a caso l'articolo 3 del CAD,il testo guida per ridefinire le regole tecniche per l'ammodernamento dei sistemi informativi nelle Pubbliche Amministrazioni, mette in primo piano il "Diritto all'uso delle tecnologie" per garantire la "qualità del servizio" e la "partecipazione" dei cittadini.
Come cambierà il rapporto tra cittadini e PA?
Dal sistema pubblico di connettività all'identità digitale, passando per gli Open data e l'e-procurement, le nuove norme sono destinate a rivoluzionare completamente i modelli organizzativi della PA. In che modo?
- Digital First.Sarà questa la parola chiave in basa alla quale ridefinire e semplificare i procedimenti amministrativi, in relazione alle esigenze di velocità, efficienza e trasparenza nei confronti dei cittadini e le procedure interne a ciascuna amministrazione.
- Connettività a banda larga. Garantire su tutto il territorio italiano, in linea con gli obiettivi dell'Agenda digitale europea, la disponibilità di connettività a banda larga e l'accesso alla rete internet in tutti i luoghi pubblici
- Open data. Garantire l'accesso e il riuso gratuiti di tutte le informazioni prodotte dalle amministrazioni pubbliche in formato aperto e la partecipazione, con modalità telematiche, ai processi decisionali delle istituzioni pubbliche
- Cloud. Secondo i dati dell'Osservatorio del Politecnico di Milano, il 66% degli enti pubblici italiani utilizza già modelli di cloud computing. La nuvola consentirà di migliorare l'efficienza operativa e di raggiungere significative economie di scala per i costi dei servizi IT, razionalizzando i data center in cui sono ospitati sistemi, applicazioni e banche dati.
- Identificazione digitale. Favorire l'adozione di SPID, PEC, domicilio digitale e tutti gli altri strumenti per l'autenticazione, la comunicazione in rete e i pagamenti elettronici.
Anche in Italia, dunque, le amministrazioni locali e centrali sembrano essere più consapevoli di trovarsi nel pieno di una trasformazione di modelli sociali ed economici dettata dai nuovi strumenti ICT. Strumenti capaci di generare importanti opportunità e nuovi scenari di interazione tra cittadini e PA.